La sua storia inizia in Giappone quando, Takeshi Yamashita, iniziò a costruire microscopi di alta qualità. All’età di 30, nel 1919, fondò la Takachiho Seisakusho, azienda destina a realizzare i suoi sogni. Nel giro di pochi anni ebbe un discreto successo con la produzione di microscopi e di termometri clinici. Ma il mercato non favoriva i prodotti giapponesi tanto che si rese necessario un nuovo nome affinché i prodotti fossero ben riconoscibili sul mercato mondiale. L’idea era quella di nome mitologico e, tra le varie possibilità, si arrivò a scegliere quello del leggendario Monte Olimpo, sede degli antichi dei greci. Nel 1921 Olympus venne registrato come marchio di fabbrica della società.

 

Un primo tentativo di entrare nel mercato fotografico, Olympus lo fece nel 1936 con una fotocamera a soffietto e un obiettivo Zuiko, ma lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale mise in seria difficoltà la società. L’attività riprese nel 1948 con il lancio della prima fotocamera giapponese 35mm. Per gli anni successivi Olympus affiancò la produzione di materiale fotografico a quello di strumenti medici e diagnostici.

 

Olympus 35

La prima macchina fotografica giapponese “Olympus 35” fu chiamata, in un primo tempo, “ickpocket” per la sua capacità di scattare foto con la rapidità con cui un ladro sfila un portafoglio da una tasca, la Olympus 35 I venne introdotta nel mercato giapponese come la prima macchina fotografica 35mm. In quel periodo, questo segmento di mercato era ancora in fase di costituzione. Infatti Olympus continuava a vendere e a produrre sia fotocamere a medio formato sia fotocamere biottiche. Tuttavia, il formato 35mm avrebbe ben presto prevalso sul mercato. La serie 35 ebbe un ottimo successo di mercato tanto che nel 1955 fu presentata una nuova fotocamera dotata di obiettivo grandangolare. Divenne ben presto incredibilmente popolare dal momento che permetteva di realizzare fotografie grandangolari straordinarie in modo comodo e veloce, senza dover cambiare l’obiettivo.

Nei modelli successivi la casa giapponese introdusse innovazione tecniche rivoluzionarie come il sistema di misurazione della luce che consentiva al fotografo di impostare la combinazione di tempi e diaframmi semplicemente leggendo i valori della luce in una piccola finestrella posta tra otturatore e ghiera del diaframma.

 

Nasce la PEN

Gli anni ’50 e ‘60 furono quelli in cui Olympus cambiò il volto della fotografia per sempre, semplicemente seguendo un’idea: creare una fotocamera così semplice da usare e da trasportare leggera e pratica come una penna. Ecco come accadde che, nel 1959, un’elegante macchina fotografica cominciò a portare la fotografia alla gente comune. Era nata la PEN.

La storia della serie Pen è profondamente legata a quella del suo designer. Yoshihisa Maitani. La sua carriera lo avrebbe visto protagonista dello sviluppo di molte fotocamere rivoluzionarie, pietre miliari della storia della fotografia.

 

1959: prodotti da donne.

Alla fine degli anni ‘50 Olympus lanciò la sua prima Pen. Per Maitani, il processo creativo ebbe inizio con l’idea di realizzare una fotocamera che potesse essere comprata con un costo contenuto, che potesse disporre di ottime performance e contare sull’eccellente portabilità dell’obiettivo D-Zuiko. Le sue dimensioni compatte provocarono un boom che sarebbe durato per tutti gli anni ’60 e ’70. Fino al 1961, in ogni caso, il 98% delle macchine fotografiche era acquistata da uomini. In quell’anno l’introduzione della Olympus Pen EE vide crescere la percentuale delle acquirenti femminili al 33%. Il segreto del successo della Pen stava nel fatto che era una fotocamera utilizzabile semplicemente premendo un tasto.Dopo questa vera e propria esplosione sul mercato, la Pen continuò la sua evoluzione.Con più di 17 milioni di pezzi venduti, la Pen è una delle serie più popolari e di successo di sempre. Oggi, i pezzi da collezione più ricercati sono scambiati a prezzi incredibili.

 

La Generazione OM

Negli anni ’70 la tecnologia rese le macchine fotografiche reflex accessibili a tutti come mai prima. Olympus lanciò la Serie OM, che nel 1973 ebbe nella OM-1 la sua capostipite.

Il debutto della Serie OM, provocò un certo subbuglio nel mercato. La OM-1 si presentava come la più piccola e leggera reflex 35mm al momento del suo lancio. Olympus concentrò in essa tali e tante tecnologie d’avanguardia che riuscì a creare un modello compatto, durevole e affidabile.

Di lì a poco Olympus presentò la sua meraviglia tecnologica, la OM-2. Questa macchina portentosa disponeva di un sistema di esposizione automatica (AE) a priorità di diaframmi e, per la prima volta al mondo, aveva un sistema di misurazione diretta TTL.

L’Olympus continuò a produrre macchine fotografiche introducendo continue innovazioni tecniche per tutti gli anni 80.

Il lancio della Serie Olympus μ mou, nel 1991, provocò una vera e propria rivoluzione. Queste fantastiche fotocamere stabilirono dei marchi di fabbrica e, all’epoca, furono considerate le migliori a livello qualitativo e le più in voga del momento. Una azzeccatissima combinazione tra design e tecnologia fu il motivo della loro eccezionale popolarità.

 

La rivoluzione digitale: 1996-2008

All’inizio del nuovo millennio, il mondo cominciava a pregustare una nuova ed eccitante era della fotografia. All’improvviso la tecnologia digitale stava rivoluzionando il modo di scattare, conservare, elaborare e mostrare le nostre fotografie. La pellicola veniva lentamente relegata a prodotto di nicchia per professionisti o nostalgici amatori.

Dalla metà degli anni ’90 non è passato un anno in cui non ci fosse una innovazione tecnologica, e Olympus è sempre stata leader di questa tendenza. Nel 1997, venne lanciata la prima fotocamera reflex Olympus all-in-one.

 

Un nuovo secolo di fotografia

Nell’anno 2000 si vendettero circa 2 milioni di fotocamere digitali in tutta Europa, con Olympus a fare da leader del mercato europeo.

Ancora nel 2002 Olympus aveva venduto 10 milioni di fotocamere digitali fino al mese di settembre, quando venne presentato lo Standard QuattroTerzi. L’anno seguente fu un momento epocale, ovvero per la prima volta le vendite delle fotocamere digitali furono uguali a quelle delle fotocamere e pellicola, mentre le mou μ DIGITAL impermeabili continuavamo la loro inarrestabile crescita per diventare una delle serie di fotocamere più venduta di tutti i tempi. Olympus presentò anche la reflex digitale E-1, anch’essa resistente all’acqua, che segnava la nascita del rivoluzionario E-System basato sullo Standard QuattroTerzi. Tre anni dopo Olympus progettò la mju μ 720 SW, della serie super robusta μ TOUGH, che era subacquea fino a 3m e resistente ai colpi. Successivamente, svelò la E-3 nel 2007, che si guadagnò rapidamente la fama di fotocamera reflex digitale professionale affidabile per fotografi top. Quello fu un anno molto favorevole anche per gli zoom super performanti come per esempio lo zoom ottico 18x della SP-550UZ Ultra Zoom. Nel 2008 la fotografia era ormai diventata realmente digitale, con 44 milioni di compatte vendute in tutto il mondo e 3,7 milioni di reflex. Di lì a poco, Olympus annunciò lo sviluppo di una rivoluzione tecnologica epocale in grado di riportare la stessa qualità d’immagine dello Standard QuattroTerzi in un corpo molto più compatto: lo Standard Micro QuattroTerzi.

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