Grazie di cuore a tutti. Quando si ha una passione (in questo caso la fotografia), e un mezzo che da' la possibilita' di coltivarla, credo che sia limitante fermarsi alle "regole"... In quanto passione, perché non andare oltre, esplorare, sperimentare assaporarne le sfumature? La fotografia comunica, ma se conosco la tecnica, la MIA macchina fotografica (oltre alla tecnica, fondamentale, ritengo sia un punto importantissimo anche la conoscenza del "mezzo"), ho molte possibilità' in più per arrivare a comunicare, poi potrò essere compresa o no, oppure susciterò pareri contrastanti, qualcuno apprezzerà' e cercherà' di approfondire ed entrare nel discorso, qualcuno si sentirà' inorridito, ma alla fine, avrò' raggiunto qualcosa di MIO e il piacere di condividerlo. La mia non vuole essere una visione puramente egoistica, ma direi più una forma di liberazione del se', senza la preoccupazione del giudizio, non so se riesco a rendere...
Molto bella Patrizia, ho letto un po' quello che hai scritto e di sicuro è un'esercizio molto difficile, il fatto di uscire dai canoni della perfezione è quello che rende l'immagine bella, diversa, riesce a dare carattere alla foto ma anche a chi la fa, e spesso riesce anche a dare un significato più profondo alla stessa.
vero , il Picasso vero ai piu' risulta inguardabile , Balla , per me il massimo mondiale all'epoca , incapibile , l'occhio e lo stimolo per carpire certi messaggi che derivano da certe opere o da foto , deve essere allenato e poi abituato ad una attenta lettura , superficialmente con certe cose e' meglio lasciar perdere
più o meno direi di sì... potrei farti un altro esempio: Picasso, se guardi le sue prime opere erano perfettine, le immagini quasi iper-reali poi ha seguito percorsi differenti, ma alla base c'era sempre una conoscenza tecnica notevole. Io credo che quando si ha una passione, dopo lo studio si arriva ad un punto in cui si ha voglia di lasciarsi andare, tutto qui (e non è poco!)
Roberto, me l'aspettavo! In effetti siamo nel mondo della danza introspettiva, di improvvisazione, "teatro.danza", senza freni, se non su temi posti . E' un lavoro un po' complesso e piuttosto difficile di stravolgimento "quasi" totale della tecnica. Il quasi sta per "se non conosci la tecnica, non la puoi stravolgere consapevolmente"
troppo futurista , un esperimento credo al limite , non mi affascina , forse non e' nelle mie corde , magari se me lo spieghi con un passo di danza , eheh , ciaooo
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