Mamma` era una donnina minuta dolce e di una bellezza disarmante e mio padre se ne rincoglioni`perdutamente fino alla fine dei suoi giorni.
Lei non fumava mica ed anzi cazziava mio padre ogni volta che solo provava ad accendere un cerino. Ma poi la guerra , tempi difficili, mio padre sbattuto prima in Albania e poi in Iugoslavia e lei sola in una Napoli occupata dai Tedeschi con i miei due fratelli allora di 10 e 6 anni la resero ben presto una donna con le palle. Sempre a caccia di cibo e medicinali al mercato nero per i miei fratelli. Si fece notare ben presto dalla resistenza per la sua tenacia e il suo coraggio e fu subito ingaggiata .
Andava su e giu per i quartieri Spagnoli fin su Capodimonte dove era situata una residenza chiave della residenza con un grosso carrozzino con un finto Bebe`e i miei due fratellini che piagnucolavano e litigavano tutto il tempo creando un casino tale che dovunque arrivavano li lasciavano passare per la disperazione, e con loro passava puntualmente anche il grosso carrozzino sempre pieno di armi munizioni e volantini.
Fu proprio in questo indaffarato e rischioso periodo che comparve la famosa sigaretta
tra le sue labbra.
Ora pero`i volantini aumentavano sempre piu e il carrozzino era stracolmo ma lei risolse il problema schiaffando tutto il resto nel regiseno e di dietro nelle mutandine, acquistando in questo modo delle forme fin troppo femminili , che cominciarono ad attrarre su di se le attenzioni dei piantoni Tedeschi dei posti di blocco i quali cominciavano ad apperlarla al suo passaggio ” PuonCiorno Pikkola Zignora con krante petto” ma lei per tutta risposta sfoderava il suo sorriso migliore, i ragazzini cominciavano a strillare come forsennati e via se la svignava ancora una volta.
Poi quando stavano per maturarsi Le quattro giornate di Napoli ,la resistenza decise di trasferirla al sicuro fuori Napoli in una localita sulle colline di Vietri sul Mare in una casa colonica, un bel posto di campagna con una veduta bellissima della costiera Amalfitana. Li era tutto cosi`tranquillo, i mie fratelli giocavano nel verde con i maiali e le vacche e il cibo non mancava.
Ma una mattina svegliandosi presto si affaccio alla finestra che dava sulla veduta e si accorse che gli alberi e la vegetazione ai pieidi della collina era tutto in agitazione anche non essendoci un filo di vento, insospettita prese il binocolo e li vide i carriarmati tedeschi che venivano su per la collina , era cominciata la grande ritirata delle truppe tedesche in seguito allo sbarco di Salerno.
Mia madre tiro`i ragazzini dal letto e scapparono su per la montagna rifuggiandosi nel camposanto di Benincasa . Videro bagliori ed udirono cannonate, e quando tutto si placo a sera ,tornarono giu verso la casa colonica ma tutto era raso al suolo, i coloni uccisi e persino le bestie erano state ammazzate e incenerite con i lancia fiamme.
Sigaretta fra le labbra carrozzino carico e ripresero la fuga.
La sigaretta non abbandono`mai quelle labbra qualche volta venne persino sostituita da un glorioso Toscanello ma era sempre li con lei

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Commento da/Comment by Sergio Demitri su/on 26 Febbraio/February 2013 a/at 20:43

Magnifico ritratto di donna coraggiosa e forte come traspare dal tuo bel racconto e da questa stupenda foto!Ciao,Sergio.

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