Viaggio in barca di due giorni da Houayxay a Luang Prabang (Laos)...uno dei più terribili che abbia mai fatto. Partenza in ritardo di più di 1 ora dovuta al sovrannumero di persone sulla barca..accorgendosi dopo un'ora di aver fatto salire 15 persone in più arrivati con un'altra barca (chiedere il biglietto prima di far salire era troppo furbo). Gente ammassata a caso di cui molti senza posto a sedere x 9 ore di viaggio sotto la pioggia che entrava da tutte le parti (fortunatamente ero uno dei privilegiati con il mio scomodo e piccolo sedile).
Quindi, scaricati in un porto secondario fuori città per essere costretti a prendere un tuk tuk a prezzi rincarati..con conseguente ammutinamento dell'equipaggio che si rifiuta di scendere per 30 minuti. Risultato: scesi dopo aver perso altro tempo e pagato il tuk tuk per arrivare in città.
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Album:/Albums: Laos
Commento/Comment
La forza valente di questo scatto sta proprio nello sguardo (interrogativo) di questo modello e la sofferenza (stanchezza) della modella in secondo piano; tutto rafforzato da una luce accecante sullo sfondo. Ottimo il BN meritatissima lo spotlight ricevuto. Complimenti.
Scatto emozionante..... bn eccellente.
Grazie anche a te Silvio!
spotlight meritatissimo complimenti
Grazie mille Alfredo! non me lo aspettavo sicuro
i miei complimenti Luca splendida immagine e meritato riconoscimento
Wow lo spotlight! grazie davvero! è un onore
Innanzitutto grazie infinite Alessandro . Sempre esaustivo e preciso..è un onore
Condivido pienamente anche le tue parole. Viaggiando per l'asia mi sto accorgendo quanto la nostra sia una civiltà viziata e plagiata dal "progresso". La pazienza è sparita, vogliamo tutto e subito, ci siamo abituati a vivere nell'agio...forse troppo, e stiamo man mano tanti di quei valori e piaceri che contano. Io mi ritengo uno di questi... Sono rimasto molto affascinato e ammirato da come la gente qui riesce a vivere in queste condizioni con naturalezza e facilità e un sorriso sulle labbra.
Io fortunatamente ero seduto su uno (scomodo) sedile, altrimenti non so se ce l'avrei fatta a stare lì..in quelle posizioni come minimo ci perdevo le ginocchia e la schiena già fraide...ma anche perché obbiettivamente mi sono abituato troppo bene a tutti i comfort della nostra civiltà. Per quanto riguarda il mio disappunto, probabilmente è il mio sangue da ragioniere che è venuto fuori. Capisco gli errori, ma quelli dovuti dalla mera pigrizia, non li digerisco..per un semplicissimo dettaglio si è creato un grosso disagio a tutti. Poi l'altra cosa è che, è vero che il prezzo fa cmq ridere... ma non mi piacciono i "furbi" e queste cose organizzate furbescamente per spillare sempre soldi... ma noi italiani su questo siamo specialisti (soprattutto se si guarda a chi "comanda"), quindi capisco che anche qui possa esserci..probabilmente hanno imparato da noi.
Grazie mille ancora
questa foto è veramente fantastica già di suo (mi richiama i reportage durante "il Vietnam"...e il film "Urla del silenzio")...
...ma la storia raccontata (che sembra inverosimile!) l'arricchisce di un'esperienza vissuta tale da far credere che sia un miracolo
che sia uscita così bene! grandissima (e complimenti!)!!!
...sbirciando "tra le righe"...mi ha colpito, in quelle condizioni precarie (e allucinanti) di umidità e scomodità di lunga durata (tali...da farlo sembrare
un viaggio della speranza!)...il tuo disappunto sulla disorganizzazione "laotiana" nel non aver chiesto il biglietto a quelli che "salivano" e, poi, nel non rispettare
il costo pattuito inizialmente!
Con tutta la solidarietà del caso e senza alcun sottile riferimento a un tuo eventuale disagio da mancanza di ordine,
questi particolari mi fanno, però, riflettere sulla deleteria velocità dei viaggi turistici intercontinentali:
il corridoio ripreso nella foto è troppo stretto e diverso da quello di un aereo di linea, completo di ogni comfort, e...
...soprattutto il tempo trascorso:...9 ore!!!!...troppe per fare "solo" pochi Km!
non importa che quello sia l'unico mezzo di trasporto possibile, che magari va controcorrente, che ne parte uno chissà ogni quanto...che il rincaro del biglietto dovuto
al cambio sia irrisorio rispetto ai nostri standard occidentali: non riusciamo ad ambientarci e a capire le abitudini di vita di una cultura così diversa da noi!
troppo poco tempo passa tra l'ansiogeno rigore dell'anticipo, rispetto all'orario di partenza, del check_in in aeroporto
e un lungo viaggio "no Alpitur" come questo, che genera mille insofferenze!
tutto troppo...velocemente!
la bellezza di questo scatto è proprio, forse, quella di farti (e farci) apprezzare quello che non sei riuscito a goderti al momento:
lo sguardo di curiosità (ma non certo di invidia) di quell'uomo!
Grazie mille Danilo!!
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