Sempre pescando in Internet vi propongo questo approfondimento tecnico sull'interazione della luce e le regolazioni tempo, diaframma, iso.

IL FLASH, SE LO CONOSCI...LO USI

Vediamo come il flash interagisce con le impostazioni della nostra macchina fotografica.

Esploriamo alcuni aspetti tecnici della fotografia con il flash che credo sia opportuno padroneggiare o almeno conoscerne l’esistenza...

La “Legge dell’Inverso del Quadrato della Distanza” dice che «l’intensità della luce irradiata da una fonte luminosa puntiforme è inversamente proporzionale al quadrato della distanza dalla sorgente luminosa stessa».

Per ora dimentichiamoci un attimo di questa enunciato e partiamo dalle basi. Non è necessario imparare questa legge a memoria per iniziare a fare fotografie o usare il flash, ma chiunque si occupi di fotografia dovrebbe almeno conoscere gli effetti pratici che, questa legge della fisica, ha sul comportamento della luce.

  • Appartieni a quella schiera di fotografi che dicono di non avere bisogno del flash?
  • Che scattano solo con luce naturale?
  • Hai appena acquistato una Nikon D3 o una Canon EOS 1D MkIV e puoi tranquillamente scattare a 25600 ISO?

La lettura di quello che segue potrà essere comunque interessante, perché anche in situazioni di luce naturale e potendo contare su macchine che riescono a scattare a ISO molto alti, spesso può fare comodo avere una luce particolare in uno specifico punto del tuo scatto… e il flash è sempre bene averlo a portata di mano!

 

Facciamo un piccolissimo e veloce ripasso dei fondamentali: tempi, diaframmi, ISO.

TEMPI
Come tutti sappiamo più lungo è il tempo di esposizione, maggiore è la quantità di luce che il nostro sensore (o pellicola) riesce a catturare. Sappiamo benissimo che raddoppiando o dimezzando i tempi di esposizione, rispettivamente guadagnamo e perdiamo “1 stop di luce”. Pertanto ponendo di scattare a 1/100s per guadagnare 1 stop di luce sarà sufficiente scattare a 1/50s, viceversa per togliere 1 stop dovremo esporre per 1/200s.

DIAFRAMMI
Tutti noi dovremmo avere bene a mente la scala dei diaframmi. Se così non fosse è molto semplice calcolarla. Partendo da f/1 (massima apertura possibile) ogni volta che raddoppiamo il nostro valore diminuiamo di 2 stop la quantità che entra nel nostro obiettivo:

1 → 2 → 4 → 8 → 16 → 32

Gli incrementi, a differenza dei tempi, non sono lineari in funzione del doppio, ma geometrici in funzione del quadrato. Pertanto per ottenere la scala completa dei diaframmi con tutti gli incrementi di 1 stop sarà sufficiente moltiplicare ogni valore per la radice quadrata di 2… un numero magico da tenere sempre a mente 1.4 (arrotondando un pochino). La nostra scala dei diaframmi, considerando incrementi di 1 stop sarà:

1 → 1.4 → 2 → 2.8 → 4 → 5.6 → 8 → 11 → 16 → 22 → 32

ISO
Minore è la sensibilità ISO impostata sulla nostra macchina, maggiore sarà la qualità dei nostri scatti. Generalmente le macchine digitali hanno sensibilità minima pari a 100 ISO e massima… bhé ultimamente si arriva anche oltre i 100000 ISO! La scala degli ISO si comporta un po’ come la scala dei tempi: dimezzando o raddoppiando il valore si ottengono rispettivamente sensibilità inferiore di 1 stop e maggiore di 1 stop.

100 → 200 → 400 → 800 → 1600 → 3200 → 6400

Fino a qualche tempo fà 1600 ISO era un po’ considerato come il limite superiore delle sensibilità per avere uno scatto con una definizione e un rumore accettabile. Attualmente ci sono macchine come le Nikon D700, nikon D3 o la Canon EOS 1D MkIV che ci permettono di scattare in tutta tranquillità a 25600 ISO guadagnando in questo modo ben 4 stop rispetto ai 1600 ISO.

FLASH

Bene! Ora… parliamo di flash! Cosa ha a che fare tutto ciò con il nostro flash?

 

Anche i flash, usati manualmente, presentano una scala che definisce la potenza della luce emessa. Anche in questo caso, come sempre nel mondo della fotografia, si ragiona in termini di stop di luce. In questo caso la scala si presenta in questa forma:

1/1 → 1/2 → 1/4 → 1/8 → 1/16

La scala ci dice quanta luce il nostro flash andrà ad emettere rispetto alla massima potenza di cui è capace. Pertanto 1/1 significa piena potenza, mentre 1/4 significa un quarto della massima potenza. Proprio come avviene per i tempi gli incrementi sono lineari. Visto che ogni flash è diverso (ma la scala è sempre la medesima) è immediato comprendere che per capire a fondo quanta luce effettivamente emetterà il nostro flash è indispensabile conoscerne la massima potenza. Per capire quanto un flash sia potente è necessario conoscere il suo Numero Guida. Diciamo che conoscere il Numero Guida del proprio flash, per scattare una foto, è almeno importante quanto sapere qual’ è l’ottica che abbiamo montato sul nostro corpo macchina!

Ma cos’è il Numero Guida? Come si calcola questo numero? Il Numero guida si calcola semplicemente moltiplicando l’apertura del diaframma per la distanza (espressa i metri) alla quale il flash riesce ad esporre un soggetto in modo corretto (considerando la sensibilità impostata a 100 ISO e il flash a piena potenza).

Prendiamo ad esempio il flash Canon Speedlite 430EX che ha Numero Guida pari a 43. Poniamo di avere un soggetto a circa 10,5/11 metri di distanza da noi. Per esporre correttamente tale soggetto dovremo impostare il diaframma a f/4:

f/4 x 10.5 metri => Numero Guida 43

E se il soggetto fosse stato a 21 metri? facendo nuovamente un piccolo calcolo matematico otteniamo facilmente:

f/2 x 21 metri => Numero Guida 43

I calcoli effettuati sono approssimati escludendo i decimali, ma un po’ di approssimazione è concessa e variazioni di quantità di luce così piccole non riescono ad essere tanto determinanti da incidere sull’esposizione generale. Tutti i calcoli precedenti sono stati effettuati considerando la sensibilità standard di 100 ISO. Giocando con gli ISO avremmo potuto ottenere ulteriori coppie diaframma/distanza in grado di soddisfare il nostro calcolo.

Se avete seguito fino a questo punto… finalmente siamo pronti per tornare al punto di partenza: la “Legge dell’Inverso del Quadrato della Distanza” dice che «l’intensità della luce irradiata da una fonte luminosa puntiforme è inversamente proporzionale al quadrato della distanza dalla sorgente luminosa stessa».

Osservando i calcoli precedenti risulta evidente, ad esempio, che qualsiasi soggetto al doppio della distanza che lo vedrebbe correttamente illuminato, riceverà solamente un quarto della luce. Diversamente se il soggetto fosse spostato più vicino al flash di solo la metà della distanza riceverebbe ben quattro volte l’intensità di luce.

Un pò di confusione? Non vuoi fare calcoli complessi? Non vuoi ricordarti formule?
Fortunatamente c’è un semplice trucco mnemonico per ricordarsi come si comporta un flash. È sufficiente pensare che la luce emessa dal flash si comporta come la profondità di campo di un obiettivo: anche la luce ha una sua “profondità” e assume un comportamento paragonabile a quello della scala dei diaframmi! Se fino ad ora era semplice pensare che più ci si avvicinava ad un soggetto, minore era la profondità di campo e maggiore era la velocità con cui gli oggetti dietro al soggetto diventavano sfocati… d’ora innanzi potremo applicare lo stesso ragionamento (e per gli appassionati la stessa matematica) all’illuminazione attraverso il flash.
Semplice no? Se volessimo avvicinarci ad un soggetto di circa la metà della distanza che prima ci separava da esso sarà facile ricordarci, in questo modo, che dovremo chiudere il nostro diaframma di 2 stop. Allo stesso modo se vorremo allontanarci da esso del doppio della distanza dovremo aprire di 2 stop.

In conclusione vediamo due piccoli esempi che possono risultare utili soprattutto per capire le dinamiche della luce nelle fotografia in interni o in studio… insomma in tutte quelle situazioni dove, dietro al nostro soggetto ci sia anche una “parete” di sfondo.

 

Proviamo a considerare una situazione di scatto dove abbiamo un soggetto a circa 4 metri dal nostro flash. Dietro al soggetto, sempre a 4 metri di distanza abbiamo uno sfondo o una parete. Per avere il nostro soggetto esposto correttamente in una situazione come quella descritta (utilizzando l’attrezzatura in nostro possesso) ammettiamo che possano essere giuste le seguenti impostazioni:

  • ISO 100
  • f/4
  • flash a 1/4 della potenza

In una situazione come quella illustrata (adesso che sappiamo come applicare la Legge dell’Inverso del Quadrato della Distanza!) è immediato rendersi conto che il nostro sfondo sarà sottoesposto di ben 2 stop.

4 metri → 5.6 metri → 8 metri

“Casualmente” e solo per “pura coincidenza”, visti i numeri dell’esempio, le distanze sono equivalenti alla scala dei diaframmi, perciò la luce emessa dal nostro flash subirà una caduta passando da:

f/4 → f/5.6 → f/8

Ok, ma cosa succederebbe se spostassimo il nostro soggetto 2 metri più vicino al nostro flash? In altri termini cosa succederebbe se dimezzassimo la distanza tra flash e soggetto?

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per compensare questo spostamento (senza toccare il flash avremmo il soggetto 2 stop sovraesposto) abbiamo due possibilità:

  1. Ridurre di 2 stop la potenza del flash portandola da 1/4 a 1/16

    1/4 → 1/8 → 1/16

  2. Chiudere il diaframma di 2 stop portandolo da f/4 a f/8

    f/4 → f/5.6 → f/8

Qualunque delle due operazioni avremo deciso di utilizzare avremo ottenuto nuovamente una perfetta esposizione del soggetto. Unica differenza tra i due approcci è il risvolto stilistico che comportano:

  • nel primo caso avremo mantenuto costante la profondità di campo intervenendo solo sulla luce che illumina la scena
  • nel secondo caso (quello che applichiamo abitualmente in situazioni di luce naturale) avremo aumentato la profondità di campo ottenendo incidentalmente anche un soggetto dai contorni leggermente più definiti e incisi (grazie all’effetto del diaframma)

Cosa è successo al nostro sfondo in questa nuova situazione? Diciamo che avremo uno sfondo molto scuro visto che, per effetto della Legge dell’Inverso del Quadrato della Distanza, ora è ben 4 stop sottoesposto!

2 metri → 2.8 metri → 4 metri → 5.6 metri → 8 metri

Che ovviamente equivalgono ai diaframmi:

f/2 → f/2.8 → f/4 → f/5.6 → f/8

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ovviamente, questo è il caso in assoluto più semplice, se il nostro soggetto sarà molto vicino allo sfondo, entrambi saranno esposti correttamente dopo che avremo fatto i dovuti aggiustamenti alla potenza del flash o ai diaframmi.

 

Anche in quest’ultimo caso rimane a nostra discrezione scegliere se aumentare la potenza del flash oppure, compatibilmente con l’obiettivo utilizzato, aprire il diaframma di conseguenza.

 

Nonostante non si abbia mai utilizzato gli ISO per compensare l’esposizione (principalmente per evitare confusione inutile e a scopo prettamente didattico), nulla vieta di inserirli nell’”equazione” e utilizzarli in situazioni dove, ad esempio, non sia più possibile aprire il diaframma o non si voglia toccare, per ragioni stilistiche, la coppia potenza flash/diaframma.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Risposte a questa discussione

OK Riccardo, mi dò da fare.
Vi ringrazio per l'apprezzamento.
Naturalmente il concetto è applicabile a qualunque fotocamera e qualunque flash, visto che si tratta di un uso in manuale, solo incidentalmente ho nominato il flash Canon.
Ottimo il link Stefano.
Ciao

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