Questo è il classico esempio di come una foto, venuta senza ombra di dubbio male, dovrebbe essere presa e buttata via senza pensarci due volte.

Cos'è che mi ha fermata? Essenzialmente la posa e l'idea che avevo già in mente in fase di scatto. Solo quella, perché se no era già nel cestino del computer e svuotato in men che non si dica.

Gli errori di partenza:
- una luce orribile. Mai mai mai andare nelle campagne riminesi alle sei e mezza di sera quando è estate. Il sole c'è sempre e rovina tutto.
- la potenza del sole mi aveva bruciato tutto: guardate nella foto a sinistra il cappello della Kikka, completamente mangiato.
- una aberrazione cromatica da spavento.

Insomma, la decisione che avevo preso, cioè provare a metterci mano, era decisamente da matti.

Vediamo un po' come ho fatto a tirare fuori qualcosa che probabilmente non è proprio da buttare via (sarei curiosa di vederla stampata).

Una delle primissime cose che ho fatto è stato cominciare a togliere l'aberrazione, angolino per angolino, nei punti in cui era davvero evidente. In seguito ho inserito il cielo. Come spiegato nel precedente post, ho fatto alcune prove finché non ho trovato quello che mi convinceva di più.
E' incredibile comunque come, in certe angolazioni, dello splendido azzurro di quel giorno non c'è neanche traccia. C'è molto da imparare da questi errori.

In seguito ho cercato di risolvere il problema della zona bruciata. Cosa c'era di meglio che enfatizzare la luce del sole? Quindi luce sulla parte mangiata, tanta, quasi da invadere Dorothy, come se fosse una scelta mistica quella di andare verso Oz. Col significato originario dello scatto ci stava tutto. I raggi li ho disegnati.

Risolta anche questa, prendo, sempre nei siti di free stock, delle foto di mongolfiere e ne aggiungo tre che mi piacciono, le ridimensiono per come voglio che appaiano e per farle entrare bene nella foto in modo che sembrino nel contesto più reali possibili.

Una volta definita l'ambientazione, lavoro sui toni, sempre cross-processing, scurisco e do luce nei punti che mi sembrano più adatti, lavoro ancora sui raggi e sulla luce del sole, desaturizzo leggermente, vignettatura, sfocatura lente e questo è il risultato. Dorothy è pronta a dirigersi con fiducia verso Oz, dove troverà il modo di tornare a casa.

A voi l'ardua sentenza: sono riuscita a salvarla?

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Commento/Comment

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Commento da/Comment by Elena su/on 17 Agosto/August 2011 a/at 9:44

Grazie Dio che hai inventato il raw ... che non è che fa miracoli, ma una grossa mano la da.

Grazie Marco!

 

Commento da/Comment by Elena su/on 11 Agosto/August 2011 a/at 0:03

io guardo la luce e quindi la modella, sono partita da li ... e poi il mondo di Oz si dispiega davanti a te.

Commento da/Comment by Angelo Dau su/on 10 Agosto/August 2011 a/at 21:27

ben inteso, non hai lavorato male, ma a mio avviso manca una cosa fondamentale:

dove è il punto di attenzione, dove i dettagli si raccolgono guidando lo sguardo dell'osservatore?

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